NOME: PIOPPO CIPRESSINO
NOME SCIENTIFICO: Populus nigra Italica
Pioppo Cipressino è il nome comune che si dà a una varietà del pioppo nero, il Populus Nigra, una pianta ampiamente diffusa in tutto il mondo. Come suggerisce il suo nome la sua chioma è stretta e si sviluppa in altezza, come quella dei famosi cipressi. E’ ampiamente utilizzato come pianta ornamentale, specie lungo i viali, nelle campagne e lungo i corsi d’acqua. Può raggiungere circa i 40m d’altezza e può vivere fino ai trecento anni d’età.
CURIOSITA'
Esistono due varianti di quest’albero, maschile e femminile. La variante femminile è famosa per la sua abbondante fioritura, anche se i suoi fiori sono in realtà piccoli semi bianchi e piumosi. Essi volano nell’aria durante i mesi di marzo ed aprile, creando l’effetto di una nevicata fuori stagione!
RIFERIMENTI CULTURALI: MITI E LEGGENDE
Il termine "Pioppo" deriva dal latino e, secondo una diceria romana riportata dagli antichi, sarebbe da legare a popolus, "popolo", perché la sua folta chioma mossa dal vento produce un brusio che ricorda quello della folla. A tal proposito, si può citare una diffusa credenza che fa derivare il nome Piazza del Popolo di Roma da un antico boschetto di Pioppi neri; secondo altre antiche leggende invece il brusio delle foglie era considerata la danza in risposta ai segreti del Sidhe trasportati dai venti sottili. Per questo il Pioppo era considerato un albero oracolare, il messaggero del Divino, l’intermediario tra un mondo e l’altro, la Voce del Sidhe che svelava i misteri più nascosti.
Nei miti greci collegati a questo albero, spicca quello della ninfa Leùke. Ade, il dio degli Inferi bramava di possedere la giovane ninfa ma lei, che non voleva saperne nulla del dio, si mise in fuga.
Scappò talmente lontano che si ritrovò al confine trai regni di Ade (Morte) e Crono (Tempo), vicino al fiume Menemosyne (Memoria). Disperata, implorò gli dei di essere salvata e così fu trasformata in Pioppo (bianco). Leùke diventò così il simbolo della vita che sfugge alla morte, grazie al sacrificio del corpo.
Un altro mito importante è quello di Ercole. Al quasi termine delle sue famose dodici fatiche e alla sua entrata nel mondo dei morti, Ercole intrecciò alcuni rami di Pioppo e se ne fece una corona. Una parte delle foglie diventò scura sotto l'effetto del fuoco del regno dei morti, e la parte inferiore delle foglie, che erano a contatto con il sudore dell'eroe e con la luce della sua fronte, divennero bianche: simbolo del superamento delle sfide e della morte. Così il Pioppo divenne la corona di chi era riuscito a percorrere entrambi i regni: quello dei vivi e quello dei morti, senza perdersi.
Il legno di Pioppo è stato usato da Leonardo da Vinci per dipingere la sua celebre Monna Lisa.
IL PIOPPO NELLA POESIA
Vecchio Pioppo
Vecchio pioppo!
Sei caduto
nello specchio
dello stagno addormentato,
piegando la fronte
al tramonto.
Non è stato il roco uragano
a spezzare il tuo tronco
né la pesante ascia
del boscaiolo, che sa
che tu devi
rinascere.
E' stato il tuo spirito forte
a chiamare la morte
vedendosi senza nidi, dimenticato
dai pioppi bambini del prato.
Gli è che tu avevi
sete di pensiero,
e la tua enorme testa centenaria,
solitaria, ascoltava i canti
lontani dei tuoi fratelli.
Non sarai più la culla
della luna,
né il magico riso
della brezza
né il bastone di una stella
a cavallo.
Non tornerà la primavera
della tua vita, né vedrai fiorire
i seminati.
Sarai nido di rane
e di formiche.
Avrai per capelli le ortiche
e un giorno la corrente
porterà via la tua corteccia
tristemente.
Vecchio pioppo!
Sei caduto
nello specchio
dello stagno addormentato.
Ti ho visto cadere al crepuscolo
e scrivo la tua elegia
che è anche la mia.
Pioppo Morto, tratto da “Libro de Poemas”, Federico Garcìa Lorca, 1920
IL PIOPPO NELL'ARTE
Paysage avec peupliers,
Paul Gauguin,
1875
Avenue of Poplars at Sunset,
Vincent Van Gogh,
1884